Touchdown
E da molto che non scrivo ma chi mi si incula. In questi giorni si sta muovendo furtiva come un'anaconda sotto le gambe pacioccose di Franz Muller su di un battello ecuadoriano la fiscal compact. Detta in parole povere da un povero "Sono spacciato".
50 miliardi da recuperare ogni anno per chiudere il debito italiano, più 80 miliardi di interessi. Sempre all'anno. Per 1000 miliardi in tutto. Vi ricordate la cantilena "Mi faccio i cazzi miei e campo centanni?" Mò so uccelli per diabetici per tutti. Cazzi amari.
Aumento collaterale di imposte più spumeggiante di una ceppa di cazzo scorticata da una brasiliana. E' un urlo sibilato che ti sfreccia a 380km/h a lato della tua vita entusiasta di leccate di figa e camicette rosè ai cocktail party.
E' una scia che ti spezza le nocche delle mani se solo allunghi la mano nell'altra parte della realtà. Ma ancora non la senti perché la televisione è la sola materia che ti modella quella testa che tu accerti con dignità mezza francescana e mezza merolana, la migliore.
Non incuto timore lo so, non la incute nemmeno la televisione con la previsione più nera. Agite in gruppo come i pesci che deviano all'unisono la propria rotta, non appena sentono dall'alto un tonfo verso di loro. La fiscal compact è quello che vedete nei mercati in piazza a fine giornata o la notte per strada nei vicoli chiusi, zeppi di spazzatura.
Avete fatto il patto col diavolo in giacca e cravatta, danzando e cantando ma ora, per reclamare giustizia non potete bussare più alla porta presso cui avete firmato carta bianca.
Sentite bene la voce calma e impostata dei vostri politici, sentite il balbettio di chi si stufa, sentite chi sta bene e dice di non preoccuparsi, sentite tutto quello che amate per amor di patria e tanti auguri. banzai!!
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