La crisi in Italia ha molti tasselli che si compensano tra loro e ai
giovani questo non piace. Gli unici concorsi dove i ragazzi si buttano come la
cavalcata delle valchirie sono quelli statali e la maggior parte, specie nel
sud d’Italia sono per la polizia di stato, carabinieri, esercito, guardia di
finanza e simili. L’Italia dal volto militaresco, un volto distinto dagli altri
paesi a rimanere in una forma rigida e morente che non trova alternative ma si
affranca a quello che lo stato vuole dare per i propri interessi.
Ma la soluzione di un cambiamento viene dai giovani, da loro. Stando
alle ultime notizie dei sondaggi, molti italiani hanno paura di invecchiare e
se a questo fattore ci si mette l’angoscia di non trovare un lavoro sicuro e la
ricerca del santo graal, ovvero la pensione, potremmo capire che lo schiavismo
in Italia è esercitato da una cultura strettamente correlata ad un passato poco chiaro. E di quale cultura si parla? Quella tradizionale. Ecco un
tassello importante.
La tradizione d’altronde cosa ci insegna? Avere un lavoro; una famiglia;
dei figli che ti ascoltano; il rispetto dei genitori; l’onestà verso il
prossimo; essere un buon cattolico; non osare mai nella vita se non quel tanto
che basta per vivere.
Il risultato, stando a un sondaggio che si può fare benissimo uscendo
dall’uscio di casa: un lavoro precario che rende gli italiani sempre più
esasperati e nevrotici con sempre più famiglie in divorzio, dei figli alienati
dai genitori che non condividono più e nemmeno si siedono a tavola per mangiare
insieme, la mancanza di onestà verso il prossimo neppure più prossimo ma
soltanto diffidenza e furbizia e di essere dei cattolici ma peggio di caino,
rispettando i precetti di una chiesa corrosa dalla corruzione e dall’ignominia
della pedofilia, morendo di crepacuore in un paese invecchiato dove molti
giovani scappano all’estero e dove molti altri giovani di paesi diversi,
corrono a riempire una penisola riconosciuta solo a livello topografico.
La domanda sorge spontanea in questa concatenazione usurata: a che servono
questi giovani? Il problema più drammatico è che l’amore dai loro occhi muore
presto; basta vederlo alle fermate degli autobus o passeggiando in centro o
anche solo parlandoci e accorgersi che tutto è anacronistico e quello che i
genitori urlano a loro di essere dei scansafatiche, si tratta invece di
spronarli a portare avanti le paure di un mondo ampiamente andato
avanti.
«Lo sviluppo e largo ai giovani,» è uno spot più illusorio di una falena
che insegue il sole e basta ascoltare i giovani di una volta, quelli degli anni
60’, 70’, di quanto amaro abbiano in bocca. Un inizio concreto è che si potrà
fare per i giovani a patto che ci si liberi di questa condizione misera che si
fregia del titolo di politica, poiché le manifestazioni di oggi per nulla
ascoltate, sono la chiara espressione democratica di un popolo nel quale si
evidenzia un malessere urgente nei confronti di quelli avvinghiati sugli
scranni e che non sono tollerati ma che tuttavia non mollano la sedia perché è
un loro diritto, sancito dalla costituzione.
Ma la costituzione si basa su persone in carne ed ossa e non di principi
per i principi stessi, sennò a chi li applichi questi principi? Alle zebre?
Certo che la costituzione ti dice di portare avanti il tuo mandato ma ti dice
anche che se non sei in grado di portarli avanti per motivi validi te ne devi
andare, «qualora non esercitasse correttamente le sue funzioni,» sarà ripetuto
in forma simile più o meno una quarantina di volte nella costituzione. E il
controllo di queste non corrette funzioni deve essere esplicata a tutti gli
effetti e inderogabilmente dal popolo, proprio come cita all’articolo 1.
Solo liberandoci di una condizione del genere ci sarà modo di rompere il
patto decennale con le grandi aziende storiche d’Italia, le quali hanno
ampiamente livellato la morfologia industriale italiana, tenendo in scacco
altre realtà industriali in un potere oligarchico. Incentivare poi con milioni
di euro, quelli che lo stato dava per aiutare le aziende storiche in crisi, soldi
nostri, e che fortunatamente l’Europa ha detto stop a questo aiuto sfrontato e
possiamo dire anche illegale.
Dopotutto non penso che qualcuno abbia interesse di aggiustare la
caldaia del palazzo di fronte mentre quelli che ci abitano non toccano nemmeno
un soldo dalle loro tasche ed è quello che è avvenuto. E per effetto di una
reazione a catena, come d’incanto, vedremo la popolazione ringiovanire, i giovani non
scappare più da questa terra martoriata e migliorare culturalmente riacquisendo
il senso del rispetto che tanto manca per vivere. Banzai!
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