martedì 11 ottobre 2011

Advertising solubile

Vedere le pubblicità di auto che con gran trasporto animano i consumatori senza più un becco di un quattrino, non solo ti fa capire che il consumatore non deve avere un volto ma che la sua importanza è quantificata solo nel momento in cui entra in un concessionario.

Se si aggiunge poi la strategia del marketing nel convincere lo spiantato, si capisce che non hanno idee. Attualmente i metodi sono due. La prima è quella di prendere cantanti morti e storpiare un messaggio di pace per un fine commerciale, l’altro, il significato del lusso e dell’eccesso, spiegato con veemenza da poeta maledetto.

Ma il tutto è confezionato con un senso logico di potenza e serietà che manca di rispetto a dei principi umani che con un pezzo di ferro non ci azzecca. Avrebbe più senso la lungimiranza di un paninaro. Pensateci. Le strategie del marketing le rappresenta lui.

Non è timido e tantomeno generoso per occasioni particolari, lavora ed è sfrontato e chi lo vede lo sa perché deve guadagnare sennò non se la passerà bene, addirittura nel bel mezzo di un funerale vicino i parcheggi e per saziarti, non ha bisogno di convincerti, paghi e te ne vai a fanculo contento. Dopotutto è una prostituzione controllata. Ho fatto un esperimento personale.

Ho gettato al mio cane un biscotto secco che non avrebbe mai mangiato. Il cane è il consumatore, il biscotto ovviamente, il prodotto. Il mio braccio? La pubblicità. Finsi di prenderglielo e il cane che non voleva il biscotto, ha cominciato a ringhiare difendendo il biscotto.

Risultato? Lo ha preso e se lo è mangiato. Il fine non giustifica i mezzi ma fa un sacco di miliardi! Ma quanto più l’oggetto del desiderio fa si che abbia un pretesto per essere utile, l’attaccamento porta all'affezionarsi al prodotto e dunque, innamorarsi per davvero dell'oggetto inutile.

E come ogni sentimento oramai sterile di questo secolo, anche l’amore di una coppia ne è compromessa, anzi invischiata quanto il braccio di un veterinario dentro l’ano di una mucca stitica. Dopotutto la coppia che passeggia in centro, vicino le vetrine o nei centri commerciali e che ogni 2x3 cambia partner, di fatto, è diventato un prodotto attivo che assorbe un prodotto marginale.

Evviva la prostituzione, è fichissima! E non stento a credere che questo messaggio sarà utilizzato per un nuovo marketing. Che so, magari per sponsorizzare la natalità, visto che in Francia sta andando di moda quanto i chupa chups, solo che al tempo del nazismo si era costretti, ora si è addirittura convinti di essere liberi nel volerlo e a vedere l’aumento dei divorzi, non lo dubito.

Ma da qui si parte; dalla fine del marketing alla fine delle tradizioni, poiché son connesse e quanto mai fasulle, il tutto viene spinto all'inverosimile da tripla sega con forte emicrania. Aspettando di svenire, vado a sciacquarmi le orecchie. Banzai!

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