lunedì 22 luglio 2013

Pauseggiando l'italieggiato

Il debito più alto è stato registrato in Grecia (160,5%), Italia (130,3%), Portogallo (127,2%) e Irlanda (125,1%), mentre quello più basso in Estonia (10%), Bulgaria (18%) e Lussemburgo (22,4%).

La visione di Saccomanni è di uno che non sa soddisfarsi da solo: ha bisogno di altri giocattoli. Ma il paradosso delle sue decisioni, quanto il suo volto sformato alla purea, è che pensare di ridurre il debito vendendo quello che ci appartiene è come prendere l'acqua ossigenata e spruzzarla su una gamba amputata di netto da una mina.

Quale prassi economica ha indotto uno che si affida alla provvidenza, a vendere tutto quello che è nostro per debiti che di certo non smetteranno di aumentare? Di prendere tempo? Per cosa?

Invito a tutti di riflettere i 25.000 posti di lavoro STATALI dei Greci che andranno a perdersi...e cosa fa credere a noi che andrà meglio?

Non ho mai capito una cosa: Come fanno gli italiani a denigrarsi quando puntualmente uno qualunque viene a disprezzare ed umiliare i vostri sacrifici e allo stesso tempo ci sentiamo meglio quando vediamo chi sta peggio di noi credendo che a noi non succederà?

Mi vengono in mente quelle scene di delirio dove una barca naufraga e tutti si aggrappano sulle scialuppe tra grida, disperazione e pianti e quelli che stanno sopra credono di essere in salvo attorno ad un'orda di disgraziati che per la paura son pronti senza volerlo a ribaltare la scialuppa.

Ognuno sta solo sul cuor della terra....ok, ma questo è essere sadomasi e menefreghisti.

L'Italia sembra quel luogo di sangue e morti e sacrifici, dove chi è arrivato dopo si è sentito in diritto di farne parte senza sostenerlo e chiunque veniva dall'estero lo avvertiva e quando sento l'amore degli altri paesi nei confronti del nostro, più che orgoglio nei nostri confronti, erano sibilline ad un preludio non edificante.

L'italia è in mano a una Germania che fa proprio fatica a non comandare l'Europa e di un certo Van Rompuy che è nato in un non-stato.

E mi chiedo se quest'ultimo, nei libri di storia, non sia uno di quelli che verrà ricordato per il profondo disprezzo delle nazioni e dei suoi confini, proprio perchè nel suo, in verità, non c'è mai stato questo.

E quando arriveremo al fondo, ovvero, quando ci toglieranno tutto e quando il potere avrà legalizzato certe leggi per i propri interessi...cosa ci rimarrà? L'orgoglio dei treni in orario? O delle porte aperte la sera?


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