Una cosa che noto camminando per strada è il timore della gente che ti scruta come se fossi venuto dall'oltretomba per portarli all'inferno. Il limite della propria sicurezza è solo una sensazione che ti porti addosso e dura fin quando non ti vedi uno spadone di 30 cm conficcato alle costole o qualsiasi altra cosa di 30 cm agitarsi tra gli organi.
E' ridicolo che la gente al giorno d'oggi, abbia timore su tutto: non dorme se non ha chiuso una porta spessa quanto un caveau, rallenta sul marciapiede e si scosta se tu accelleri il passo, cambiano posto a sedere nell'autobus se respiri piu' forte del normale per un semplice raffreddore, pensando che sei prossimo a saltarle addosso.
Una società che non si rispetta ha timore di guardarsi negli occhi. Per questo non puoi stare piu' di due secondi a guardare una che ti piace che già hai una TAC addosso col target di stupratore, anormale o roba simile a meno che non sei un vecchio di settant'anni rugoso e stempiato con tanti milioni.
Camminano per strada, avvolti di stile e passo elegante e quel che è peggio è che le supposizioni devono trovare fondamento prima che niente di niente faccia su loro il primo passo, percio' non puoi chiedere un'informazione o un'indicazione che ti scansano come un lebbroso. La cosa interessante è che questo si propagherà in una reazione a catena su quelli attorno che, vedendoti scansato, fingeranno di non sapere.
Talmente palese che il gioco delle vecchie che scendono dal portone di casa e dicono che non sono di li, ha ormai fatto il suo tempo. E' solo il terrore delle persone, strizzate come acciughe da qualsiasi evento, che si riducono ad un atteggiamento nemmeno piu' ipocrita ma consunto all'essenziale di un itinerario senza imprevisti.
Cosi uno quando ha un malore in mezzo alla strada, deve sperare di essere vestito bene e non da straccione, senno' la gente gli passa sopra come succede a Roma e prosegue al cellulare cantando odi d'amore al proprio tesoro in pausa pranzo. A irrobustire questo grande successo di civiltà è l'amore per se stessi che dallo specchio, passando il tempo a lustrare il proprio narcisismo, va a consacrarsi tra le persone nella piu' bassa forma del rispetto quanto un calcio nelle palle o un tyser da 200 volt dritto nel cuore se nella norma, non sei consentito.
Quindi si ripresenta lo stesso gioco fallimentare delle apparenze dove tutto si confonde nel delirio e non nel giudizio che anche quest'ultimo, enormemente manipolato, il galleggiante che tiene tutto al tangibile è il buon atteggiamento, il vestito o la sicurezza di sè, che rassicurerà l'imbecille come quelli costretti a pagare le enciclopedie o usurati dai testimoni di geova, se non l'ha fatto già l'anziana col cesto delle offerte in chiesa, che alla porta, previo un piccolo contributo, ti assicurano di volare dall'esattore nell'alto dei cieli.
Si possono pianificare muri d'acciaio, passaggi sotterranei, allarmi sofisticati, cani feroci dietro i cancelli di casa ma non si rimarrà per sempre dietro questi trabochetti, poichè per vivere si devono fare i conti con le persone e solo vivendo tra loro, si protrà condizionare con naturalezza le proprie diffidenze per migliorare o peggiorare nella vita, senza che qualche stronzo dall'alto ti dica quando tirare fuori i coglioni in ogni occasione o metterli da parte e correre via come un leprotto inseguito da un land rover, azionando tasti elettronici e cellule laser. Banzai!!!
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