mercoledì 19 ottobre 2011

Inpsnziani



oggi ero all'inps, quel luogo dove anziani aspettano in coda, degli anziani che sbagliano i tuoi documenti e devi ritornare dopo 3 mesi per ritornare dopo 2 mesi. E c'era questa situazione anomala che solo in un paesino si può trovare.

 Una massa di nani fantascientifici over 70 con andatura da Joda, truccate da drag queen con lo sguardo sveglio di un contadino medioevale senza forca, che guardavano come se avessi tolto l'onore a loro figlia Rosalia. Ero seduto in una sedia di plastica, gentile concessione degli ottimi servizi presenti in Italia. Agrr! 

Affianco a me c'era una palla squamosa che ansimava come un quadrimotore della seconda guerra mondiale che fissava il mio numero nella speranza che glielo dessi per compassione. Brutta idea! Mi alzai dalla sedia, per rispetto verso un'anziana che mi sorrideva: anche lei voleva il mio numero. 

Voglio dire, gli manca poco, non dovrebbero giocare a tombola con le lenticchie? Così aspettai fuori, faceva bello e mancava ancora un po' al mio turno. D'un tratto vedo una madre in processione sui figli, la quale grida addosso a loro come un’ossessionata il fatto di essere dei bambini. Ne bloccò uno con il dito come non se ne vedeva da oltre settant'anni in quei fantastici documentari in bianco e nero dell'alta Slesia. Il tutto fissandomi. 

Voleva forse un giudizio ferreo da brava matriarca: "Com'è? da quando in qua non posso maltrattare un mio possedimento da brava cattolica e martoriarlo, umiliarlo di fronte a tutti?" Avrà pensato dopo che ho rifiutato la sua offerta di accondiscendenza. Tipo quegli animali cui ti portano un leprotto o una carcassa di gazzella per sfamare un branco per cercare di farne parte.

Subito dopo, dall'altra parte, altre due anziane che erano la dimostrazione di come davvero può esistere una qualche possibile verità alle leggende di Halloween, strisciavano i loro salsicciotti maculati di uva passa verso l'inps a prendere il bigliettino e disperarsi come il cristo morto di Mantegna il loro turno. Una di queste disse nel vedere un altro bambino corrergli oltre, «Ah, fai occhio va, meglio che li raddrizzi subito sennò che fine che fanno ah,» con un sorriso da marine che ritorna dopo una missione mentre mastica con la bocca simile a una contrazione anale di un chihuaua adirato.

 Mi son chiesto: ma se questa è la società che dovrà contribuire al futuro di quei bambini, cosa dovrei aspettarmi una volta che avranno acquisito due dita di fronte e una mascella da australopithecus? Uno sforzo all’unisono di sperma di missionari della tradizione a riempire tane di ovuli lobotomizzati. 

Da una parte le figlie allevate coi film degli anni 50’ dove coetanee isteriche rompono eternamente i coglioni alle madri col volto di rocky marciano a sposare Bruno, il rigattiere sotto casa e dall'altra, il figlio maschio che lavora per dignità dall’età di 10 anni, il quale rompe eternamente i coglioni alla madre di Bruno per sposare la figlia. Una generazione perennemente rachitica che si infissa di valori retrogradi. 

Ma d’altronde che cosa c’è di più bello nella vita? Si mangiaaa è ora dei film polizieschi dove uno muore e trovano l’omicida in meno di venti minuti. Banzai!

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